L’ennesimo incidente letale finirà archiviato fra pochi giorni, ma si impone una seria riflessione alla vigilia di importanti appuntamenti elettorali
Ancora una vita perduta sull’asfalto. In una Catania ed una Sicilia che sembra non voler imparare dai propri errori, ci troviamo, ancora una volta a dare una notizia tanto tragica quanto evitabile.
La cronaca è nota, corsa sul filo dei social più velocemente di quanto possa fare la stampa digitale con l’invitabile (e – per noi di Sicilia Channel – assolutamente inviso) clickbait: viale Africa, 3 di notte tra sabato e ieri, una autovettura cerca l’inversione di carreggiata, ne sopraggiunge un’altra ad altissima velocità che impatta con il proprio frontale contro il lato passeggero della prima auto.
Lo schianto è invitabile.
Passeggera del primo veicolo morta, conducente del medesimo veicolo ricoverato in gravi condizioni, conducente del secondo veicolo visitato per lievi traumi agli arti inferiori e dimesso.
Comunità sgomenta (quanto quella di Catania che quella di Tremestieri Etneo, comune dell’hinterland in cui viveva la vittima), interrogativi aperti, messaggi di cordoglio. E via, fino al prossimo incidente.
Nemmeno vorremmo fare il nome della malcapitata, perché dare un nome e un volto non sembra servire a sensibilizzare. Ma il nome e il volto (non ce ne vogliate, ma non ci va di utilizzare le immagini del suo profilo Facebook) sono ormai ben noti: Federica Wagner, “Chicca per gli amici”, 30 anni da poco compiuti.
E adesso? Come spesso scriviamo in questi casi, “le indagini sono in corso”. E a livello collettivo?
Nulla.
Perché di morti sull’asfalto Catania e la Sicilia ne contano moltissimi, questa estate è un’ecatombe. Abbiamo lanciato Sicilia Channel per comunicare la Sicilia positiva, la Sicilia vincente, la Sicilia che ce la fa, e ci stiamo ritrovando a fare la conta dei morti.
Morti presto, troppo presto dimenticati.
Noi non “vendiamo notizie”: noi facciamo informazione. Quindi non veniamo qui a sottoporvi la solita “idea”, “suggestione” per “risolvere il problema”. Il problema è ampio e composito. Mancanza di responsabilità delle persone alla guida e di tutti i fruitori della strada, spregio delle regole, presunzione ed altezzosità, ignoranza (tanta ignoranza) e presupponenza (almeno altrettanta), “cultura dello sballo” (e non facciamo solo riferimento ad alcool e sostanze, che sono un enorme problema in sé, ma alla continua tendenza a cercare il “divertimento” tutte le sere, tutta la sera, tutta la settimana, lungo tutto l’anno), figlia di un’alienazione crescente e di dinamiche (degne di separato approfondimento) legate a lavoro ed operosità a queste latitudini, e – ovviamente – scarsa o nulla prevenzione e repressione. Solo le multe per infrazioni legate alla sosta fanno “cassetta” a Catania e nelle nostre città.
Pensateci, pensiamoci. In prossimità di importanti appuntamenti elettorali, responsabilizziamo quanti (tutti) si candidano a rappresentare e guidare le nostre comunità. Non aspettiamo le loro “ricette”, non peschiamo dai programmi elettorali (quand’anche vengono diffusi, ormai sembrano facoltativi…) come fossero menu di ristorante: facciamo pressione. Non foss’altro, perché per farlo dovremo farci – preliminarmente – un bell’esame di coscienza. Sulla quale abbiamo tante, troppe Federica.
R.H.C.
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