La doppia segnatura calcio/rugby provoca problemi al completamento dei lavori
“Tutti gli sport sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”, in questa sintesi è racchiuso il pensiero di Gianni Saraceno, presidente del Comitato Siciliano Rugby rispetto alla vicenda che andremo a raccontare.
Parliamo dello Stadio “Marco Tomaselli” di Caltanissetta, splendida struttura sportiva che si trova in zona Pian del Lago. Un campo polivalente in erba, dotato anche di pista di atletica, inaugurato in occasione delle universiadi del 1992, con una capienza di 15.000 spettatori. Inizialmente costruito per il calcio ma successivamente gradualmente abbandonato.
In questi mesi lo Stadio è oggetto del completamento dei lavori a seguito di un progetto approvato e finanziato con fondi del bando Sport e Periferie, che riguarda un campo sportivo polivalente sul quale più federazioni sportive possano svolgere la propria attività agonistica.
Ma andiamo per ordine ed iniziamo a raccontare la travagliata storia del Tomaselli.
– La versione della Nissa Rugby –
«Nel 2009 l’impianto è stato riportato alla fruizione grazie alla presenza della Nissa Rugby e di una società di pesistica, titolare del centro Fiamme Oro per il Sud Italia e fucina di Olimpionici e paraolimpionici del calibro di Mirco Scarantino», afferma in un messaggio la società presieduta da Giuseppe Lo Celso.
Ricordiamo che il Tomaselli ha ospitato partite di rugby importanti quali la finale di Coppa Italia 2002-2003 tra Viadana e Amatori & Calvisano e una partita del sei nazioni Under 20 tra Italia e Francia nel 2013.
Come da noi appreso dalla Nissa Rugby «negli anni a seguire il 2009, pur insistendo al suo interno la presenza del rugby e della pesistica che tenevano vivo l’impianto, da parte dell’amministrazione vi è stato un progressivo abbandono fino a quando la struttura è stata derubricata a “impianto pericoloso”. Nel 2016, dopo 7 anni di lotte della Nissa Rugby affinchè fosse riconosciuta la loro attività all’interno del campo, l’amministrazione proibisce l’utilizzo del campo anche per attività under in quanto i ragazzini rovinerebbero il terreno di gioco».
«Appena uscito il bando Sport e Periferie – prosegue il messaggio giuntoci dalla dirigenza della Nissa Rugby – noi della Nissa Rugby affiancati da Comitato Regionale Siciliano Rugby e Federazione Italiana Rugby presentiamo un progetto per il rifacimento del manto erboso in erba sintetica, che prevede un investimento a fondo perduto di 960.000 €, aggiudicandocelo».
«Pochi mesi dopo l’aggiudicazione del bando – riferisce ancora la Nissa Rugby – l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ruvolo assegna alla Nissa Rugby uno spazio che diventerà la Club House della squadra».
Da quel momento inizia una querelle che arriva fino ai giorni nostri e che a quanto riferisce la Nissa Rugby «inizia con le squadre di calcio che cercano di opporsi alla convivenza di calcio e rugby in quanto ci sarebbe una differenza di 0,2 millimetri di lunghezza tra il filo d’erba per la pratica del calcio e quello per la pratica congiunta calcio-rugby».
Per mediare l’intrigata situazione interviene l’allora presidente del Comitato Rugby Siciliano e Consigliere Nazionale del CONI Orazio Arancio, che riesce a concertare una soluzione. Nel frattempo si rischia di perdere il finanziamento una prima volta per superamento dei limiti di tempo e poi una seconda volta per obsolescenza del tipo di manto erboso previsto dal vecchio bando. Con la sinergia di tutti gli attori della filiera del rugby la World Rugby approva le specifiche di omologazione del campo per ospitare partite internazionali (nel 2028 sarebbe stato uno dei 16 campi in Italia omologati per incontri di rugby internazionali su sintetico).
Ed ecco che arriviamo alla vicenda finale, ancora in corso, della tracciatura delle linee, che dovrebbe prevedere come da capitolato la coesistenza di entrambe le segnature, calcio e rugby.
Da quanto ci riferisce la Nissa Rugby e ci conferma il presidente del Comitato Rugby Sicilia Gianni Saraceno, «l’amministrazione comunale ha convocato i rappresentanti dei due comitati interessati all’utilizzo del campo – Calcio e Rugby – per fare il punto della situazione” Al primo incontro, ci riferiscono “di un aspro confronto con il calcio che non sente ragioni. Ai successivi incontri si presenta solo il rugby rappresentato dal Presidente del comitato Siciliano Gianni Saraceno e dalla Nissa Rugby, mentre il calcio li diserta sistematicamente».
Il presidente Saraceno ribadisce che «si deve seguire il capitolato approvato e che, quindi, l’impianto dovrà essere realizzato con doppia segnatura, auspicando una collaborazione tra le federazioni e ribadendo in quella sede la massima disponibilità della F.I.R. al rispetto dei diritti di ciascuno».
Secondo quanto riportato dal presidente Saraceno «i rappresentanti del calcio si sono invece irrigiditi sulla sola segnatura del terreno di gioco adatta al calcio mentre l’amministrazione comunale inizia a latitare».
«Alla fine di molte trattative – riferisce la Nissa Rugby – si arriva alla conclusione che si farà la doppia tracciatura e si esita la gara con non poche difficoltà».
Ci riferisce ancora la Nissa Rugby che «a luglio 2022 il neo eletto Comitato Regionale della Lega Calcio Nazionale Dilettanti chiede alla Lega Nazionale Dilettanti un parere e questa pone un veto assoluto: se saranno presenti doppie tracciature il campo sarà omologabile solo fino alla prima categoria».
Qualche giorno fa sulla vicenda è intervenuto anche il Presidente della Federazione Italiana Rugby, Marzio Innocenti, con una lettera indirizzata al Sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino esprimendo tutto il suo disappunto per la triste vicenda e auspicando con forza che la segnatura del campo venga effettuata secondo capitolato e, dunque, per entrambe le discipline. Scrive anche Innocenti: «se non dovesse avvenire, in tempi brevi ed urgentissimi, l’adeguamento dei lavori, la FIR nazionale sarà costretta a percorrere altre e meno amichevoli vie».
Riportiamo di seguito il pensiero espressoci dalla Nissa Rugby:
«Siamo arrabbiati e delusi; abbiamo portato ad una città tra le più devastate economicamente, sportivamente e socialmente del sud Italia 1 milione di euro e rischiamo di non vederci riconosciuto nemmeno il diritto di avere le linee del Rugby sul terreno di gioco. Questo comporterà la non omologazione da parte della F.I.R. del campo».
In tutto ciò si inserisce l’interrogazione che il consigliere comunale Michele D’Oro indirizza in data 7 Ottobre al sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino, nella quale si chiede «se il sindaco è a conoscenza dello stato dell’arte dei lavori; se sono state deliberate variazioni rispetto al progetto originale riguardanti l’eliminazione delle linee indelebili per la pratica del rugby e se no, se ha chiesto conto alla ditta assegnataria dei lavori il perché non si proceda con la doppia segnatura; se è stato comunicato a C.O.N.I., Sport e Salute, F.I.G.C., F.I.R., L.N.D. che il progetto è attualmente difforme rispetto a quanto concordato con tali Enti».
Leggiamo dalla pagina Facebook Ufficiale della Nissa F.C. un post datato 6 Ottobre con toni molto distensivi sulla vicenda. Nel post, a firma del responsabile dei rapporti con le istituzioni Davide Volpi, si legge: «Lo stadio è della città di Caltanissetta e di chi fa sport a Caltanissetta. Non è di proprietà esclusiva di nessuna società sportiva. Tutte le discipline devono essere svolte senza alcuna limitazione o restrizione per nessuno. Mi auguro che le polemiche di questi ultimi giorni finiscano al più presto e diventino buoni propositi per far crescere lo sport nisseno. Noi Nissa non vediamo l’ora di giocare nuovamente al Tomaselli e di attirare tanto pubblico. Speriamo di vedere allo stadio, a sostenere la Nissa, anche gli amici del Rugby. Altresì anche noi cercheremo di essere presenti agli eventi riguardanti le altre discipline».
Abbiamo chiesto una dichiarazione alla Nissa Calcio senza aver ottenuto fino ad oggi risposta. Siamo in attesa anche di un contatto che possa chiarire la posizione ad oggi dell’amministrazione comunale e siamo a disposizione per tutte le precisazioni o repliche che vorranno farci pervenire.
Da questa vicenda si evince come ancora non sia percepita da parte di alcuni soggetti, spesso istituzionali, che la pratica dello sport, di qualunque sport è un diritto inalienabile del cittadino. Ma è anche una opera di prevenzione rispetto ad eventuali patologie future dei soggetti non praticanti che graveranno in futuro sul sistema sanitario nazionale.
Lo sport forma donne e uomini socialmente affidabili e fisicamente sani e compito delle istituzioni è quello di salvaguardarne il diritto in tutte le sue forme.
Sono un musicista, imprenditore nel settore turistico e un rugbysta. Scrivo e produco canzoni per me e per conto di altri artisti. Ho scritto e diretto un film dal titolo “U Scrusciu du Mari” per il quale ho curato anche le musiche. Il rugby e la musica sono le due metafore della vita nelle quali mi riconosco maggiormente. Scrivo perché adoro il confronto e mi arricchisce leggere i commenti ai miei articoli.