Un “rito” quotidiano per milioni di persone: parametro sociale che va esaminato sotto il profilo della scienza, della comunicazione, della teologia, come anche della psicologia di massa
L’astrologia, ancora oggi, è “caso” psicosociale abbastanza complesso: un insieme di credenze e tradizioni, prive di fondamento scientifico, secondo cui le posizioni e i movimenti dei corpi celesti rispetto alla Terra influiscono sugli eventi umani collettivi e individuali.
Riescono, secondo le credenze, a “influire” sulla nostra vita riuscendo a condizionare il pensiero e la condotta di vita della società che le ha fatte proprie.
«La superstizione mette il mondo intero in fiamme, la filosofia le spegne», scriveva già nel Settecento il filosofo Voltaire.
Cosa sta succedendo?
Migliaia di persone, giornalmente, consultano almeno un tipo di previsione prima di iniziare la giornata.
C’è troppa ansia di conoscere il futuro, è questa, per troppi, diventata la vera preoccupazione ed un grande business: solo su Internet ci sono più di un milione di siti che raccontano al lettore cosa accadrà nella sua vita, su ogni giornale, tg e programmi mattutini.
Infatti, è risaputo che nelle redazioni dei media che pubblicano oroscopi ogni volta che c’è un ritardo o un fallimento nella pubblicazione, una raffica di chiamate, reclami su reclami saturerà i telefoni quel giorno.
Gli antichi greci consultavano l’oracolo: oggi, casalinghe, operai, impiegati, dirigenti, impiegati e studenti, consultano Paolo Fox, Branko o altri, e si immergono nelle piccole frasi che serviranno da guida per condurre quel giorno.
Su Internet il business fa registrare 1.190.000 siti con diversi tipi di oroscopi e che offrono servizi legati all’astrologia.
Cos’è l’oroscopo?
La parola oroscopo deriva da “tempo” e “scopo” (osservare), cioè significa “osservazione secondo l’ora di nascita“.
L’astrologia è lo studio dei movimenti dei pianeti che secondo alcuni influiscono sul comportamento umano.
Ma nel 2006 il National Science Board degli Stati Uniti d’America ha definito l’astrologia una pseudoscienza, senza alcun forma di fondamento.
Tommaso D’Aquino affermava che «gli astri influenzano, non costringono». L’astrologia moderna sta cercando di uscire dalla sola credenza popolare che gli astri influenzino il nostro carattere, la nostra giornata, e gli eventi che accadono nella nostra vita.
Riflettiamo su due punti: i cosiddetti “oroscopi” sui giornali non possono essere considerati reali, per il semplice fatto che non tengono conto dell’ora, del giorno, del mese e dell’anno di nascita di ogni persona, vale a dire dell’esatto momento, bensì solo del giorno e dell mese.
Inoltre, non è astrologicamente valido dividere le persone in 12 gruppi cioè: “dal 21 marzo al 22 aprile, Ariete”; “dal 22 aprile al 22 maggio, Toro”, ecc. e fingere che le stesse cose accadranno a tutte le persone dell’Ariete e così via.
Ma allora perché, da sempre, c’è un attaccamento quasi morboso a questa “scienza”?
In adolescenza siamo già stati educati a leggere l’oroscopo: basti pensare ai settimanali in voga tra noi ragazze: Cioè, Tv Stelle e non solo.
Anche papa Francesco si è espresso nei confronti di questa “piaga” sociale: «Quando non ci si aggrappa alla parola del Signore, ma si consultano oroscopi e cartomanti, si comincia ad andare a fondo: vuol dire che la la fede non è tanto forte».
Per noi cristiani, dice il Pontefice: «La fede ci dà la sicurezza di una Presenza, non dimenticate questo: quella presenza è Gesù che ci spinge a superare le bufere esistenziali, la certezza di una mano che ci afferra per aiutarci ad affrontare le difficoltà, indicandoci la strada anche quando è buio. La fede, insomma, non è una scappatoia dai problemi della vita, ma sostiene nel cammino e gli dà un senso».
Gli oroscopi, possiamo dire che sono il sintomo di una società individualistica ed egocentrica, che rifiuta l’Amore e l’autorità di Dio in nome di un presuntuoso “autocentramento” solipsistico che costruisce muri, un “culto magico” che “esonera” l’individuo dal concetto di sacro e dalla relativa presa di coscienza, preferendo l’inesistenza delle “costellazioni di stelle fisse” pur di evitare la responsabilità di essere umani, parte di un unico corpo, interdipendenti e con le nostre responsabilità.
Meditazione orientale all’italiana, esoterismo, yoga, suggestioni panteistiche, e per l’appunto divinazione e astrologia sono divenuti “valvola di sfogo” per chi rifugge la realtà di essere figli di Dio.
Come non pensare che proprio i Magi, che di oroscopi erano indubitabilmente esperti, seguirono la luce per andare incontro alla grande gioia di salutare il Signore fattosi uomo?
Ma gli oroscopi, al tempo stesso, approcciati con intelligenza e buon senso possono essere un simpatico gioco, una innocente curiosità, un passatempo da non prendere sul serio, per “navigare” nella furba ed infalsificabile comunicativa degli “astrologi”, ma anche al tempo stesso per indagare in ciascuno di noi: come negare l’accattivante stile degli oroscopi di Rob Brezsny, con le sue suggestioni poetiche, filosofiche e musicali che si leggono con piacere, senza saltare nemmeno un “segno”? E, facciamoci caso: con lui, come con altri, si può sempre “giocare” a invertire, mescolare, “nascondere” i segni leggendone le “previsioni” sempre valide, e per tutti e tutte, e accorgersi così che, al di là di divisioni e categorizzazioni più o meno arbitrarie, l’umanità è una e unica.
«Nei casi di diagnosi difficili faccio fare l’oroscopo per acquisire un ulteriore punto di vista da una visuale diversa. Spesso ho trovato che i dati astrologici spiegavano certi punti che altrimenti sarei stato incapace di capire». (Carl Gustav Jung, psicanalista)
Viviana Giglia, classe 1983, vivo a Licata, sono una educatrice professionale con la passione della scrittura. Ho scritto tre libri, di cui uno autobiografico, “Nata due volte”, e decine di editoriali. Adesso ho intrapreso la strada del giornalismo perché adoro scrivere e leggere in più: attivista per i diritti delle persone con disabilità, come me, con la schiettezza e l’amore per la giustizia e verità. Il mio motto è “barcollo ma non mollo”: la mia penna corre più delle mie gambe e volo in alto.