Chi vince il derby culinario di Sicilia più discusso da decenni e mai giunto a conclusione?
Va avanti da decenni il derby della Sicilia: non ci riferiamo al calcio, bensì alla diatriba culinaria tra Palermo e Catania. Tentiamo di fare un po’ di chiarezza.
C’è differenza tra arancino e arancina? Non è nella sostanza, ma nella forma e, appunto, nel nome, la differenza tra “arancino” e “arancina”. In genere, è chiamata “arancina” a Palermo e nella zona della Sicilia occidentale. Mentre è detto “arancino”, al maschile, a Catania e nell’area orientale dell’isola.
L‘Accademia della Crusca, che sulla questione si è pronunciata ufficialmente nel 2016, sancisce: «Il gustoso timballo di riso siculo deve il suo nome all’analogia con il frutto rotondo e dorato dell’arancio, cioè l’arancia, quindi si potrebbe concludere che il genere corretto è quello femminile: arancina. Ma non è così semplice».
Sullo spinoso argomento è intervenuta anche la Cademia Siciliana, ed il professore Luca Seriani a riguardo afferma: «Le lingue non sono entità monolitiche. Ogni lingua cambia nel tempo e soprattutto, aspetto che qui ci interessa maggiormente, nello spazio, e anche se nella comunicazione mainstream spesso si sostiene il contrario, ciò succede ad esempio anche per l’italiano. Un oggetto può avere più nomi, a seconda dell’area geografica da cui si proviene. Un esempio è la coppia di parole formata da balocco e giocattolo: sono due termini che indicano la stessa entità, ma non significa che solo una delle due sia giusta, poiché fintantoché entrambe vengono usate, entrambe sono da considerarsi giuste». E ancora: «Innanzitutto smentiamo il luogo comune per cui arancina si dica solo a Palermo, mostrando che praticamente tutta la provincia di Trapani, buona parte di quella di Palermo, quasi tutta quella di Ragusa e parte di quella di Siracusa usano il genere femminile. Ricordando che l’uso determina la regola, prendiamo atto del fatto che sia arancinu che arancina sono due versioni corrette della stessa parola e, esattamente come per balocco e giocattolo in italiano, si usano semplicemente in aree geografiche diverse».
Per i fans delle vicende del Commissario Montalbano, è il termine che sentono usare con più frequenza, visto che Andrea Cammilleri ha addirittura intitolato una delle sue opere più conosciute in tutto il mondo così: “Gli arancini di Montalbano”. Ad ogni modo, arancino non è solo la forma scelta dal celebre autore\padre di Montalbano per definire questa bontà. Infatti, allo stesso modo, anche molti dizionari italiani, e lo stesso Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali adotta la forma “arancini di riso” per qualificare questa specialità.
Quindi è deducibile che:
Arancino e arancina sono due versioni valide della stessa parola, in quanto entrambe ampiamente usate dai parlanti. Unica differenza è riconducibile alle aree geografiche in cui queste versioni vengono usate e nelle possibili forme che possono essere attribuite alla pietanza (sferica o di forma allungata).
Alla fine non importa in che modo viene chiamata, in quanto, questa specialità culinaria tipica della cucina siciliana è una vera goduria in tutte le sue forme e versioni, in grado di assuefare i palati di tutti, soprattutto, dei turisti da ogni parte del mondo!
Viviana Giglia, classe 1983, vivo a Licata, sono una educatrice professionale con la passione della scrittura. Ho scritto tre libri, di cui uno autobiografico, “Nata due volte”, e decine di editoriali. Adesso ho intrapreso la strada del giornalismo perché adoro scrivere e leggere in più: attivista per i diritti delle persone con disabilità, come me, con la schiettezza e l’amore per la giustizia e verità. Il mio motto è “barcollo ma non mollo”: la mia penna corre più delle mie gambe e volo in alto.