Esperti e studiosi di primissimo livello si sono confrontati sul tema
Si è tenuto ieri sera, 9 ottobre 2022, nel suggestivo scenario del chiostro della Badia di Licata, l’evento culturale “CineParliamo – Finziade e il suo Teatro”, organizzato dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi diretto da Roberto Sciarratta e rappresentato operativamente dal funzionario Rosario Callea, e dall’Associazione Progresso del presidente Salvo D’Addeo. L’evento ha avuto il prestigioso patrocinio concesso dal Magnifico Rettore dell’Università di Messina.
La partecipazione di circa 200 persone, che hanno riempito il museo in ogni ordine di posto, ha dato vita all’evento.
Questo denota come la città, dopo il periodo pandemico, ha sete di serate del genere.
Una serata piena di contenuti ragguardevoli ma anche di emozioni, dove il ricordo del compianto Professore Francesco Gioacchino La Torre è stato il filo conduttore.
Ricordato da tutti come un grandissimo studioso e al contempo come una persona eccezionale dal punto di vista umano.
Ad aprire la serata Maria Concetta Parello, archeologa del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, che ha portato i saluti del direttore Roberto Sciarratta assente per un improvviso impegno improrogabile.
A seguire uno dei momenti più toccanti della serata durante il quale Pietro Meli, Ex direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, ex soprintendente dei Beni Culturali di Agrigento, cofondatore ed ex presidente dell’Associazione Archeologica Licatese alla quale si deve la nascita del Museo Archeologico di Licata, ha espresso un commovente ricordo del prof. La Torre e ha consegnato ad Armida De Miro, moglie del compianto professore, una targa progettata per l’occasione da Salvo D’Addeo e Rosario Callea e realizzata dai maestri marmisti della Curella Marmi.
Si sono vissuti momenti molto emozionanti durante la consegna della targa sottolineati dai molti applausi dei presenti.
La d.ssa De Miro visibilmente emozionata ha ringraziato tutti per il pensiero rivolto al marito.
A seguire l’intervento di Alessio Toscano Raffa, in collegamento video dalla Grecia, archeologo del CNR, già archeologo dell’Università di Messina che, dopo aver ricordato il lavoro straordinario fatto a Licata con il prof. La Torre, con la voce rotta più volte dalla commozione, ha posto la questione del teatro di Finziade raccontando di ricerche e scavi effettuati da lui e dal prof. La Torre che non hanno portato però all’individuazione del prezioso bene archeologico. Toscano Raffa ha fatto altre ipotesi sull’eventuale ubicazione del teatro, ribadendo che solo una grande campagna di ricerca e scavi potrebbe aumentare le possibilità di riscontri scientifici sulla sua presenza e, forse, portare al suo ritrovamento.
Ha poi parlato, riagganciandosi alla trama del film “U Scrusciu du Mari” proiettato nella stessa serata, di “Public Archeology”, affermando che il film stesso, scritto da un licatese innamorato della storia della sua città, è un esempio di come una comunità può diventare parte attiva del processo di conoscenza del patrimonio storico-archeologico e di come ricerca e comunità possano camminare, ognuna con le proprie competenze, lungo la medesima direzione, esprimendo la sua gratitudine al regista e autore del film Salvo D’Addeo che con questa opera dimostra di portare Licata nel cuore nella stessa misura di come è presente nel cuore di Alessio Toscano Raffa.
Riprendendo la parola la d.ssa Parello ha parlato delle modalità di ricerca del teatro rinvenuto ad Agrigento e di come il prof. La Torre ha dato l’input finale alla divulgazione della notizia del ritrovamento fornendo agli archeologi del Parco la certezza che si trattasse proprio del teatro. Ha sottolineato che non ci sono ancora evidenze scientifiche sulla presenza di un teatro a Finziade ribadendo però la volontà del Parco di tornare a scavare su Monte Sant’Angelo. Ha informato i presenti che dei piccoli lavori di valorizzazione si stanno già facendo sul sito di Finziade, come la sostituzione dei cartelli informativi con nuovi cartelli bilingue e la stampa di libretti informativi curati da Alessio Toscano Raffa. Stimolata dalle domande di Angelo Augusto, giornalista che ha curato in maniera piacevole ed efficace la moderazione dell’incontro, ha preso un impegno con l’Università di Messina esprimendo a Fabrizio Mollo la volontà di far tornare l’Università di Messina ad occuparsi di ricerca e scavi a Finziade, e si sono scambiati con Mollo la promessa reciproca di tornare a collaborare sul territorio di Licata.
E proprio l’intervento di Fabrizio Mollo ha seguito quello della D.ssa Parello; docente di archeologia dell’Università di Messina, profondo conoscitore del territorio di Licata in quanto ha scavato dal primo momento a fianco del prof. La Torre portando alla luce la città di Finziade, ha raccontato, con l’ausilio di alcune slide, che cosa è stato ritrovato su Monte Sant’Angelo, ha mostrato delle ricostruzioni 3d delle case di Finziade e delle planimetrie dettagliate di come si estende la città sulla montagna. Rispondendo alla D.ssa Parello ha garantito che l’Università di Messina è pronta a tornare e ricominciare le ricerche su Finziade, ricerche che potrebbero portare anche alla scoperta del teatro. Anche lui ha ribadito che non ci sono evidenze scientifiche ad oggi di una sua presenza ma che le probabilità che Finziade avesse un teatro sono molto alte. Si tornerà quindi a scavare a Finziade.
A tirare le conclusioni della serata è stato Francesco Pira, professore di sociologia dell’Università di Messina ed esperto di social e comunicazione. Ha relazionato sull’importanza che la comunicazione ha sulla promozione dei territori e delle sue ricchezze storico-archeologiche e ha raccontato a tal proposito un aneddoto sulla posizione difforme tra lui e il prof. La Torre il quale, a differenza del prof. Pira, non riteneva giusto che l’aumento di follower e visitatori degli Uffizi potessero essere legati alla presenza di una influencer come Chiara Ferragni.
Il prof. Pira ha rilanciato l’idea di istituire un premio per giovani archeologi intitolato al prof. La Torre, che ha trovato d’accordo tutti i presenti.
La serata è stata egregiamente condotta dal giornalista Angelo Augusto che ha saputo rendere dinamico il dibattito e ha stimolato gli ospiti con alcune domande dalle quali risposte sono emersi impegni importanti.
Presenti una grandissima rappresentanza di associazioni culturali del territorio, una folta rappresentanza di istituti scolastici superiori e Club service, gli attori del film che hanno interrotto gli ospiti con numerosi applausi, a sottolineare l’interesse suscitato dall’argomento trattato. Il dibattito sicuramente lascia tutti con una domanda che risuona nella mente : “e se fosse possibile?”.
L’evento si è concluso con la proiezione del film del regista e poliedrico artista visibilmente emozionato, Salvo D’Addeo, dal titolo “U Scrusciu du Mari”, interrotto poco prima della fine da una improvvisa pioggia che non ha però pregiudicato il buon esito della intera manifestazione.
Una piccola nota stonata: dopo aver sentito tutti gli illustri ospiti parlare dell’importanza del sito di Finziade, aver sentito dire che i licatesi devono essere orgogliosi di un patrimonio che poche altre città vantano, dell’importanza fondamentale che riveste il legame tra comunità e ricerca, abbiamo notato l’assordante assenza del Sindaco e dell’assessore alla cultura e ai Beni Culturali. Per questo un nostro personale plauso va all’assessore al turismo Tony Cosentino presente alla serata come unico rappresentante dell’amministrazione.
Crediamo che i licatesi non possano e non debbano abituarsi ad una “amministrazione fantasma”.
Un ringraziamento deve essere dati a Salvo D’Addeo per aver realizzato e scritto questo film, fornendo a tutti, giovani e non, la possibilità di vivere e conoscere Licata e la sua bellezza e soprattutto la sua cultura e storia. La domanda continua a tormentarci: il teatro c’è o non c’è?
Viviana Giglia, classe 1983, vivo a Licata, sono una educatrice professionale con la passione della scrittura. Ho scritto tre libri, di cui uno autobiografico, “Nata due volte”, e decine di editoriali. Adesso ho intrapreso la strada del giornalismo perché adoro scrivere e leggere in più: attivista per i diritti delle persone con disabilità, come me, con la schiettezza e l’amore per la giustizia e verità. Il mio motto è “barcollo ma non mollo”: la mia penna corre più delle mie gambe e volo in alto.